Museo nazionale di Bangkok | |
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พิพิธภัณฑสถานแห่งชาติ พระนคร Phiphitthaphanthasathan Haeng Chat Phra Nakhon | |
Ubicazione | |
Stato | Thailandia |
Località | Bangkok |
Indirizzo | 4 Thanon Na Phra That, Phra Borom Maha Ratchawang, Phra Nakhon |
Coordinate | 13°45′28.17″N 100°29′32.31″E |
Caratteristiche | |
Tipo | Storia della Thailandia |
Istituzione | 19 settembre 1874 |
Gestione | Dipartimento di Belle Arti di Thailandia |
[finearts.go.th/museumbangkok Sito web] | |
Il Museo nazionale di Bangkok (in thailandese พิพิธภัณฑสถานแห่งชาติ พระนคร, Phiphitthaphanthasathan Haeng Chat Phra Nakhon) è il più importante tra i Musei nazionali della Thailandia e uno dei più grandi del Sud-est asiatico.[1] Si trova a Bangkok, nel comprensorio dell'ex Palazzo Davanti, residenza del viceré prima dell'apertura del museo, lungo il lato nord-ovest della piazza reale di Sanam Luang, tra l'Università Thammasat e il Teatro nazionale.[2]
Il museo fu inaugurato in uno degli edifici del vicino Grande palazzo reale nel 1874 da re Chulalongkorn che volle esporre le collezioni del padre, il re Mongkut, e la sede fu spostata nel sito attuale nel 1887. Tra i pezzi più pregiati figura la stele recante l'inscrizione di Ramkhamhaeng, inserita nel 2003 nel programma Memoria del mondo dell'UNESCO a riconoscimento della sua importanza.[3]
Contiene reperti storici e artistici thailandesi relativi a diversi periodi storici a partire dalla preistoria fino all'era contemporanea. Oltre ai reperti dei periodi di Dvaravati, Srivijaya, Sukhothai e Ayutthaya, nel museo sono conservate ed esposte collezioni di arte buddhista di altri periodi di altri Paesi asiatici, come l'indiano di Gandhara, il Tang cinese, il Champa vietnamita, il Sailendra di Giava e il Khmer cambogiano.
Il museo è suddiviso in diversi edifici nei quali vi sono tre esposizioni permanenti, la più importante delle quali è la Galleria di storia thailandese che ospita alcune delle più belle rappresentazioni nel Paese di Buddha e di divinità induiste.[1] Nel 2015 ha avuto inizio una decennale e radicale ristrutturazione dei vari edifici del museo, delle sale espositive e dei monumenti conservati.[4]